sabato 30 gennaio 2016

La prima storia gotica; il mio primo romanzo gotico



Il castello di Otranto è il primo romanzo gotico della storia, è stato scritto da Horace Walpole nel XVIII secolo.

Manfredi è il principe di Otranto, un minuscolo borgo della Puglia; suo figlio Corrado stava per sposarsi con la principessa di Vicenza, Elisabetta.

Al momento del matrimonio, Corrado non si presenta, e poco dopo viene ritrovato morto nel cortile del castello infilzato da un elmo di marmo di una statua del forte, con le membra tutte intorno a lui.

Certo, il romanzo gotico non è altro che il miscuglio tra amore e horror, ma in questo romanzo non c'è altro che brutalità verso gli altri, quindi nient'altro che cattiveria e poco amore (atipico nei romanzi gotici).

Walpole è il creatore del Romanzo gotico (odierno romanzo noir) ma con un pizzico di diversità rispetto all'ultimo genere detto tra le parentesi.

Non è solo il primo romanzo gotico della storia, è anche il primo romanzo Horror che leggo (non è un horror, ho preso una prospettiva da questa "formula" Amore+horror= Gotico).

Per finire, questo è un romanzo bellissimo, di cui parlerò ancora quando l'avrò finito.



Il lettore senza tregua, 30/01/2016

martedì 26 gennaio 2016

Il viaggio verso la meta invisibile

Credo che il "Pellegrinaggio in Oriente" non ha precedenti nella letteratura di questo autore.
Premetto che questo è il mio primo libro di Hesse, ma ho avuto l'occasione di leggere una parte di Siddharta, ma non l'ho continuato per dedicarmi a questo libro.
Il libro parla di Hesse in persona che fa parte di una Lega che compie un pellegrinaggio verso l'Oriente, alla ricerca dei propri sentimenti.
La stranezza è la presenza di personaggi fantastici che vengono incontrati nel corso del loro viaggio.
Esse, in poche parole, parla della difficile ricerca dei nostri valori e delle nostre emozioni in periodi di difficoltà

                                                  Il lettore senza tregua, 26/01/2016

venerdì 22 gennaio 2016

Il libro impossibile reso possibile

Il mio primo post, la recensione di "Expo 58" di Jonathan Coe

Sono al VI capitolo di questo libro e mi sono appassionato fin dalle prime righe.
E' il primo libro di Coe che leggo e questo libro rappresenta nella sua forma più precisa il suo modo di scrivere i libri...
Utilizza un metodo complesso e di miscuglio tra due cose che non sono mai in sintonia tra loro: la Serietà e l'ironia.
In che modo? Vi chiederete.
In pratica, Coe scrive nel suo libro una descrizione dettagliata (fin troppo) di tutto ciò che Thomas (il protagonista) vede e pensa.
Proprio il protagonista è il simbolo dell'ironia.
Alcune scene sono imbarazzanti per Thomas ma divertenti per noi Osservatori.
Per concludere, Coe mischia, oltre la Serietà e l'Ironia, anche l'Amore e una Spy Story dettata dal periodo in cui si ambienta la storia, 1958: fine II Guerra Mondiale, culmine della Guerra Fredda.
Insomma, un libro molto bello fin dalle prime righe, anzi fin dalle prime parole, che fa inchiodare su ognuna di essa il nostro occhio dalla bellezza del contenuto.

                                                                                                 22/01/2016 - Il lettore senza tregua